ADDIO ROSCIA
Addio Amore mio. Hai resistito tanti giorni e, quando pensavo che ce l'avresti fatta, hai mollato. I tuoi parametri renali, se continuavi allo stesso ritmo, nel giorni di pochi giorni sarebbero ritornati nella norma ma tu sei volata via.
Sei stata tenace assieme a me tutta la tua vita, non breve ma neanche lunghissima. Avrai avuto tra gli 11 ed i 14 anni circa. Abbiamo imposto la nostra presenza in quel condominio di luridi infami. Con la tua diffidenza per l'uomo, ma non paura, hai imposto a tutti la tua presenza discreta. In ogni angolo c'erano le tue ciotoline con l'acqua e sotto il garage la tua ciotolina con i croccantini c/d perchè tu soffrivi di calcoli di struvite. Vederti la mattina era una gioia. Il tuo pelo raso e ruvidino color miele riempiva la mia mattinata di luce. Sapere che avevi superato la notte e vederti scendere tutta di corsa per venire a mangiare, mi riempiva di gioia. Appena rientravo dal lavoro correvo io da te a farti una carezzina. Se insistevo troppo una tua zampata mi rimetteva in riga! Un anno ci è voluto per farti accarezzare ma poi le coccole le volevi sempre. Ti piaceva che passavo il dito tra gli occhi o che ti spiumacciavo le guance o ti grattavo il mento. Le carezze sul dorso invece le accettavi meno volentieri. La pancetta poi era tabù. Quando negli ultimi giorni stavi male e permettevi ai medici di pulirti la pancia dall'urina, ho capito che la situazione era grave ma loro dicevano che rispondevi alla fluidoterapia e che, se i parametri renali scendevano ancora, potevi tornare in salute, ma così non è stato. Sei volata via sul Ponte dell'arcobaleno. Ora sei con la giovane Ombra e la vecchietta Piri che hai conosciuto nella casa rigugio e con tutti i tuoi a-mici della tua precedente vita di strada. Rivedrai anche i tuoi figli e tua figlia.
Quanto freddo hai patito piccolina tutte le rigide notti invernali! Appena rientravo dal lavoro correvo da te per portarti il cibo e farti entrare nel sottoscala e, prima di andare a dormire, ti portavo la borsa con l'acqua calda. La mattina però dovevo per forza farti uscire, perchè, se qualche infame ti trovava dentro, rischiavi di morire presa a calci. Solo il fine settimana potevi goderti il calduccio fino a mezzogiorno. Negli ultimi 3 anni e mezzo però hai potuto assaporare il tepore di una casa. Tutti mi dicevano che non dovevo portarti via dalla colonia ma io ho fatto di testa mia e sono felice di averlo fatto. Il primo inverno non c'è stato verso di farti uscire da casa. Tutti i mici nelle ore centrali e più calde della giornata uscivano in giardino ma tu no! Scendevi dal letto solo per mangiare e bere. Da povera piccola micia di strada infreddolita non eri disposta a perdere neanche un minuto del calore del radiatore. Hai pianto pochi giorni quando ti ho portato con me e dopo una decina di giorni avevi accettato la tua nuova situazione. In un mese eri padrona della casa! Ti sei subito impossessata del letto e del posto vicino al cuscino. I primi tempi quando arrivavo ti alzavi guardinga ma poi non l'hai fatto più e nessuno poteva smuoverti dal letto!
Tutti questi anni passati assieme non li dimenticherò mai, conoscerti è stato meraviglioso, la tua fiducia un'onore.
Ti amo piccola Roscia e spero di non aver sbagliato a seguire i consigli della nuova veterinaria.
Ora che sei un angioletto proteggi la tua amica Nerina, con cui hai passato tanto tempo insieme a giocare, e tutti i tuoi vecchi a-mici di strada ed i nuovi del rifugio.
Addio Amore.
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