I 5 + 1 SENSI DEL GATTO - GUSTO, OLFATTO, VISTA

È straordinario pensare che ogni specie vivente possegga una percezione della realtà propria, ognuna diversa dall’altra. Non tutti però sono fortunati ad avere tutti e 5 i sensi - pensiamo alla talpa priva di vista - ma ci sono degli animali che addirittura ne posseggono sei. Tra di questi naturalmente c’è il gatto dotato di vista, olfatto, gusto, tatto, udito e un altro senso molto importante e particolare che scopriremo nel prossimo articolo dedicato al tatto e all’udito. In questo invece esploreremo tre dei 5 sensi del gatto: gusto, olfatto e vista


 

I cinque sensi sono strutture fisiche che servono a recepire informazioni esterne dal nostro corpo per immagazzinarle, usarle per vivere, per affrontare pericoli, per interagire con il mondo. Ogni specie, inoltre, sviluppa i cinque sensi per esigenze biologiche legate alle sue caratteristiche fisiche ma soprattutto al suo stile di vita e ai suoi bisogni. In anni di evoluzione l’essere umano ha sicuramente ridotto la capacità di alcuni sensi - come l’udito ad esempio - poiché è passato da un lontano stile di vita primitivo simile ad altri animali selvatici ad una vita pressoché sicura dove i pericoli ci sono ma sono diversi da quelli di un tempo e richiedono sicuramente un uso dei cinque sensi minore rispetto al passato.

Ciò che sembra essere stabile è lo straordinario uso che il gatto fa dei suoi 5 sensi che non solo non ha alleviato nel corso del tempo ma che - anche in situazioni di mancanza di uno di essi - riesce a sopperire con altre caratteristiche fisiche che lo rendono un animale geneticamente fortissimo.

 

IL GUSTO

 
 
La prima cosa ogni padrone sicuramente ha visto spesso e sentito sulla sua pelle, è la particolare conformazione della lingua del gatto composta da piccole papille filiformi molto ruvide che hanno diverse funzioni nella vita biologica di un gatto. Questi piccoli uncini servono al gatto a mantenere una presa forte e stretta della preda in modo tale da non perderla, inoltre sono essenziali per la pulizia del gatto stesso: quando un gatto finisce di mangiare è sicuro che inizierà a leccarsi - con l’aiuto di una zampetta - il muso. Questo è un retaggio della sua specie felina poiché è essenziale pulirsi da ogni residuo della preda per evitare batteri e odori addosso che potrebbero attirare altri animali mettendo il felino in pericolo.
 
Questo modus operandi è naturalmente più utile ai felini selvatici ma è rimasto nel patrimonio genetico e delle usanze anche dei felini domestici che - grazie alla propria lingua - si puliscono ed eliminano tutto il pelo in eccesso. Inoltre, la particolare forma della lingua del gatto, lunga e molto flessibile - gli permette di bere in modo molto efficace. Molto importante è il significato di leccare altri gatti: questo avviene di solito tra la mamma e la propria cucciolata che così facendo li contamina con il proprio odore per riconoscerli instaurando il legame di parentela. Ma non solo tra parenti, i gatti si leccano a vicenda come chiaro segno di amore e amicizia, un gesto estremamente tipico della specie dei felini.

Per quanto riguarda il gusto, il gatto tra i canonici gusti riconosciuti dagli esseri viventi - dolce, amaro, salato, umami (che in giapponese vuol dire “saporito”, ed è caratteristico dei cibi altamente proteici, come carne e formaggio) e acido - riconosce tutti tranne il dolce. Questo perché i cibi dolci non sono necessari al fabbisogno di un carnivoro. Alcuni gatti sono stranamente molto attratti da alcuni cibi dolci ma solo perché questi possono contenere dei grassi che il gatto riesce e percepire.

Il gusto dell’acido - sviluppato bene in tutti i carnivori come i gatti - è molto importante poiché gli permette di distinguere se la carne è andata a male oppure no preservando la propria salute. Altrettanto importante è il gusto dell’amaro che riesce a far distinguere ad un gatto la velenosità di un cibo.

 

OLFATTO

Nonostante l’olfatto sia molto simile a quello degli esseri umani, ad un gatto non interesserà mai sapere quanto un fiore sia profumato, il suo olfatto è strettamente collegato al nutrimento e al senso del gusto per attirarlo verso un cibo e poi mangiarlo. Infatti, prima del gusto arriva sempre l’olfatto: l’odore imprigionato nell’aria che respira verrà trasmesso alle cellule sensoriali capaci di catalogare e riconoscere gli odori permettendogli di selezionare già dall’odore i cibi da ingerire.

Ma l’olfatto del gatto ha funzioni molto più strategiche che l’uomo non ha. Serve al gatto per conoscere e riconoscere altri gatti ed è il mezzo di comunicazione più efficace che posseggono. Quando un gatto ci si avvicina e ci annusa sta cercando di capire alcune informazioni e immagazzina il ricordo del nostro odore per riconoscerci. Se infatti un gatto domestico sente un nuovo odore in casa capirà subito che ci sono persone che non ha mai visto prima e lo capisce dall’odore. Stessa cosa vale con i propri simili, i gatti si annusano fra loro per identificarsi attraverso ghiandole sudoripare e sebacee poste nella zona anale, nella coda, nei cuscinetti plantari e sul muso che rilasciano particelle su oggetti e persone attraverso i graffi, l’urina e lo strusciarsi col muso. Il gatto in quel momento sta emettendo dei feromoni che gli altri gatti a loro volta potranno sentire... come? Attraverso una struttura sensoriale tipica anche di altri animali - e che l’uomo non possiede - chiamato organo di Jacobson. Questo organo si trova all’interno del loro palato e gli permette di cogliere e decifrare i messaggi degli altri gatti che possono essere essenzialmente di tre tipo:

  1. Marcatura e identificazione del territorio: attraverso lo strusciarsi del gatto a mobili, esseri umani, graffi e urina;

  2. Accoppiamento: tramite l’urina il gatto maschio fa sapere alla gatta femmina che è disponibile ad accoppiarsi;

  3. Conoscenza: i gatti si annusano a vicenda la zona perianale per conoscersi e scambiarsi informazioni.

 

 

VISTA


Se un gatto ha un superpotere è sicuramente la sua vista. I gatti hanno una visione periferica più ampia dell’essere umano - 180 gradi - arrivano a 200 gradi. Questo gli permette di essere abili nella caccia avendo una visione della preda più ampia. L’occhio del gatto rispetto a quell’umano è abbastanza diverso: se l’uomo può distinguere un’ampia gamma di colori e vedere oggetti ad una lunga distanza percependo i piccoli spostamenti, il gatto dal canto suo distingue bene i colori blu, verde (non un verde acceso come lo vede l’uomo), giallo e violetto, ma non distingue il rosso, arancione e marrone
 
Inoltre, non percepisce piccoli spostamenti ma è un radar a scandagliare gli scatti agili e veloci delle prede risultando velocissimo anche nel movimento. Ma il superpotere più affascinante è sicuramente la vista notturna: proprio per la struttura differente da quella dell’occhio umano, il gatto di notte vede dalle sei alle otto volte meglio dell’uomo permettendogli una chiara vita notturna dove il gatto potrà cacciare in totale tranquillità ed acciuffare le prede che - uscendo di notte proprio per avere il via libera - potrebbero facilmente essere acciuffate.

 

 

Ma cosa succede se un gatto nasce o diventa cieco? Riuscirà ad orientarsi grazie alle sue vibrisse! Non sapete cosa sono? Lo scopriremo nel prossimo articolo del blog sui sensi del tatto, udito e un senso a sorpresa!

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