I 5 + 1 SENSI DEL GATTO - GUSTO, OLFATTO, VISTA
I cinque sensi sono strutture fisiche che servono a recepire informazioni esterne dal nostro corpo per immagazzinarle, usarle per vivere, per affrontare pericoli, per interagire con il mondo. Ogni specie, inoltre, sviluppa i cinque sensi per esigenze biologiche legate alle sue caratteristiche fisiche ma soprattutto al suo stile di vita e ai suoi bisogni. In anni di evoluzione l’essere umano ha sicuramente ridotto la capacità di alcuni sensi - come l’udito ad esempio - poiché è passato da un lontano stile di vita primitivo simile ad altri animali selvatici ad una vita pressoché sicura dove i pericoli ci sono ma sono diversi da quelli di un tempo e richiedono sicuramente un uso dei cinque sensi minore rispetto al passato.
Ciò che sembra essere stabile è lo straordinario uso che il gatto fa dei suoi 5 sensi che non solo non ha alleviato nel corso del tempo ma che - anche in situazioni di mancanza di uno di essi - riesce a sopperire con altre caratteristiche fisiche che lo rendono un animale geneticamente fortissimo.
IL GUSTO
Per quanto riguarda il gusto, il gatto tra i canonici gusti riconosciuti dagli esseri viventi - dolce, amaro, salato, umami (che in giapponese vuol dire “saporito”, ed è caratteristico dei cibi altamente proteici, come carne e formaggio) e acido - riconosce tutti tranne il dolce. Questo perché i cibi dolci non sono necessari al fabbisogno di un carnivoro. Alcuni gatti sono stranamente molto attratti da alcuni cibi dolci ma solo perché questi possono contenere dei grassi che il gatto riesce e percepire.
Il gusto dell’acido - sviluppato bene in tutti i carnivori come i gatti - è molto importante poiché gli permette di distinguere se la carne è andata a male oppure no preservando la propria salute. Altrettanto importante è il gusto dell’amaro che riesce a far distinguere ad un gatto la velenosità di un cibo.
OLFATTO
Nonostante l’olfatto sia molto simile a quello degli esseri umani, ad un gatto non interesserà mai sapere quanto un fiore sia profumato, il suo olfatto è strettamente collegato al nutrimento e al senso del gusto per attirarlo verso un cibo e poi mangiarlo. Infatti, prima del gusto arriva sempre l’olfatto: l’odore imprigionato nell’aria che respira verrà trasmesso alle cellule sensoriali capaci di catalogare e riconoscere gli odori permettendogli di selezionare già dall’odore i cibi da ingerire.
Ma l’olfatto del gatto ha funzioni molto più strategiche che l’uomo non ha. Serve al gatto per conoscere e riconoscere altri gatti ed è il mezzo di comunicazione più efficace che posseggono. Quando un gatto ci si avvicina e ci annusa sta cercando di capire alcune informazioni e immagazzina il ricordo del nostro odore per riconoscerci. Se infatti un gatto domestico sente un nuovo odore in casa capirà subito che ci sono persone che non ha mai visto prima e lo capisce dall’odore. Stessa cosa vale con i propri simili, i gatti si annusano fra loro per identificarsi attraverso ghiandole sudoripare e sebacee poste nella zona anale, nella coda, nei cuscinetti plantari e sul muso che rilasciano particelle su oggetti e persone attraverso i graffi, l’urina e lo strusciarsi col muso. Il gatto in quel momento sta emettendo dei feromoni che gli altri gatti a loro volta potranno sentire... come? Attraverso una struttura sensoriale tipica anche di altri animali - e che l’uomo non possiede - chiamato organo di Jacobson. Questo organo si trova all’interno del loro palato e gli permette di cogliere e decifrare i messaggi degli altri gatti che possono essere essenzialmente di tre tipo:
Marcatura e identificazione del territorio: attraverso lo strusciarsi del gatto a mobili, esseri umani, graffi e urina;
Accoppiamento: tramite l’urina il gatto maschio fa sapere alla gatta femmina che è disponibile ad accoppiarsi;
Conoscenza: i gatti si annusano a vicenda la zona perianale per conoscersi e scambiarsi informazioni.
VISTA
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